Nel mondo il problema dell’occhio secco colpisce 350 milioni di persone e da noi risultano soffrirne 15 milioni di italiani, che per curarsi consumano 14 milioni di confezioni per un valore di 254 milioni di euro. Analizziamo le cause e i rimedi del disturbo, le caratteristiche dei pazienti, le dimensioni del mercato e la top ten dei produttori
L’Oms non ha dubbi: la malattia dell’occhio secco (Dry eye disease – Ded) è “uno tra i più ignorati e sottovalutati disturbi della società moderna”. Si tratta di una patologia che colpisce la superficie oculare e si stima che nel mondo coinvolga circa 350 milioni di persone. Rilevante il suo peso anche in termini di valore, pari nel 2025 a 6,36 miliardi di dollari, che potrebbero arrivare nel 2030 intorno ai 7,8 miliardi di dollari, con un tasso di crescita annuale composto (Cagr) del 4,09%.
La patologia risulta rilevante anche in Italia, visto che colpisce circa il 25% della popolazione, cioè 15 milioni di persone, con sintomi che possono influire sulla qualità della vita del paziente e dei suoi familiari: bruciore, disidratazione, gonfiore, irritazione, palpebre pesanti, sensazione di corpo estraneo, prurito, dolore e, nei casi più gravi, anche problemi di visione con possibile infiammazione della cornea.
Caratteristiche, cause e rimedi
Uno studio europeo sulla qualità della vita dei pazienti con malattia dell’occhio secco ha evidenziato che per il 45% dei pazienti è una condizione che origina disconfort, per il 7% è una malattia, mentre per il 35% un vero e proprio handicap, una condizione che impedisce di fare ciò che si deve o che piacerebbe fare. Inoltre, da una ricerca internazionale su 1.000 frequentatori di cliniche oculistiche risulta che il 42% dei pazienti accusavano disturbi del sonno, ansia e depressione. Sul lavoro poi il 55% delle persone colpite segnala minor rendimento, il 58% una minor capacità di concentrazione e, in generale, il 30% dichiara di sentirsi isolato dalla società e non creduto dagli altri. Siamo di fronte, quindi, a una patologia multifattoriale, che coinvolge la qualità della vita del paziente e spesso della sua famiglia e che richiede un’aderenza costante alla terapia per ottenere qualche risultato.
Il rapporto elaborato da Mordor Intellegence, su “Dimensioni e quota di mercato della malattia dell’occhio secco”, conferma che le persone più a rischio sono gli ultrasessantenni, con un’incidenza maggiore nelle donne (soprattutto in menopausa) rispetto agli uomini. Altre cause sono il diabete, le malattie autoimmuni, i cambiamenti ormonali, la cataratta, ma anche il troppo tempo trascorso davanti allo schermo (Tv, smartphone, tablet, computer) aumenta lo stress sulla superficie oculare. L’uso di dispositivi digitali fa diminuire il tasso di ammiccamento spontaneo fino al 60%, “riducendo il tempo di rottura del film lacrimale, esponendo la superficie corneale all’evaporazione”.
Uno dei rimedi più utilizzati sono le cosiddette “lacrime artificiali”, che hanno le diverse funzioni, spesso fondamentali: lubrificare, umettare, proteggere e nutrire la superficie oculare; mantenere l’occhio in buona salute; ridurre l’attrito; migliorare la visione; svolgere un effetto antibatterico; allontanare dall’occhio eventuali corpi estranei e sostanze tossiche; proteggere cornea e congiuntiva dalle infezioni, aiutando la loro ossigenazione e idratazione.
Le dimensioni del mercato italiano
È un mercato interessante e in crescita quello delle specialità per la cura dell’occhio secco. In base ai dati di sell-out elaborato da Pharma Data Factory, nell’anno mobile terminante a giugno 2025 sono stati venduti 14,5 milioni di pezzi per un valore di 254 milioni di euro. Rispetto all’anno precedente vi è stato un significativo incremento del +4,7% e una maggior richiesta di confezioni del +2,7%.

Questo comparto è composto da tre “classi di rimborso”: classe A, Otc/Sop e Commerciale. Le prime due hanno ottenuto insieme, nell’anno mobile 2025, un fatturato di 9,1 milioni di euro, pari al 3,6% del valore totale del settore, ma è il Commerciale a dominare le vendite, con 245,1 milioni di euro, pari al 96,4% del totale giro d’affari e traina la crescita con incremento del +5,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre la Classe A decresce leggermente (-0,5%) e gli Otc/Sop diminuiscono del -4,8%.
Anche in termini di pezzi venduti in farmacia il Commerciale domina, con 13,6 milioni di confezioni (93,9% del totale settore), con un incremento del +2,4%, mentre la classe A con 357 mila unità decresce del -6,6% e gli Otc/Sop con 523 mila pezzi diminuiscono del -1,7%. Per quanto riguarda poi il prezzo delle confezioni, nell’anno mobile a giugno 2025 quello medio al pubblico risulta pari a 18 euro per i prodotti del mercato Commerciale, di 12,6 euro per quelli Otc/Sop, e di 7,2 euro per i farmaci di classe A.

Le prime 10 aziende del comparto hanno ottenuto nel 2025 il 57,9% del fatturato “Occhio secco”, e appartengono tutte al segmento Commerciale. La prima è Thea Farmacon, che con 31,6 milioni di euro registra nell’anno un incremento di fatturato del 6,3%. È l’unica delle top ten presente in classe A, dove però ha avuto una contrazione del -6,8%, mentre al contrario negli Otc/Sop ha ottenuto un notevole incremento (+34,4%). La seconda azienda per importanza di fatturato è Fidia, con 28,8 milioni di euro, e al terzo posto troviamo Giuliani, con 16,7 milioni di euro. Queste tre società fanno circa un terzo del fatturato del settore, mentre le altre 7 registrano valori di vendite intorno ai 10 milioni di euro.
Occhio secco, le caratteristiche dei pazienti
Da 0 a 24 anni la richiesta di prodotti per la cura dell’occhio secco risulta assai contenuta (1,8%), ma già a 25-49 anni la domanda incomincia a crescere (15,9%), per trovare il suo massimo nella classe adulta.
Sono i 50-64enni, infatti, che accusano problemi all’occhio, in progressivo aumento causa il crescente invecchiamento dovuto alla crescente età media della popolazione.
Sono proprio loro a registrare la più alta percentuale (26%) e ad acquistare in farmacia circa un quarto dei prodotti per la cura, spendendo in media 18 euro per confezione.
L’altro 56,3% del fatturato proviene dagli anziani, suddividendosi rispettivamente una quota del 23% sia nella fascia 65-74 anni, sia in quella dei 75-84 anni. Questa percentuale scende poi al 9,7% tra le persone over 85 anni.
In conclusione, il mercato offre un ampio ventaglio di rimedi specifici per la cura della patologia dell’occhio secco, sia farmaci, sia prodotti di automedicazione e del comparto Commerciale, rendendo così la farmacia un punto di riferimento valido e assai presente sul territorio. Dove, tra l’altro, il paziente può trovare comprensione, collaborazione e adeguato consiglio professionale. In un rapporto peraltro reciproco: tanto più il farmacista sa dare risposta alle sue attese, tanto più il suo percorso è soddisfacente, ricco ed efficace.
(di Barnaba Grigis, Farma Mese n. 9 – 2025 ©riproduzione riservata)
