In Australia è in corso una delle stagioni influenzali più impegnative dell’ultimo decennio con un impatto rilevante sulla tenuta del sistema sanitario. L’andamento influenzale in Australia, dove attualmente è inverno, potrebbe anticipare ciò che succederà nei prossimi mesi anche in Europa, Italia compresa.
L’alta incidenza di casi influenzali nell’Emisfero sud è un segnale che nel prossimo inverno potrebbe esserci una stagione influenzale particolarmente intensa, persino più severa di quella appena trascorsa.
«Anche se è ancora presto per fare delle previsioni precise in quanto molto dipenderà anche dall’andamento meteorologico, alla luce di tutto ciò non possiamo permetterci di trascurare i segnali d’allarme e dobbiamo farci trovare pronti» ha spiegato Fabrizio Pregliasco, virologo e docente di Igiene Generale e Applicata presso l’Università di Milano.
Stagione influenzale: vaccino da ottobre
I primi casi di influenza sono attesi per i primi di ottobre con la co-circolazione di vari virus influenzali insieme anche al virus respiratorio sinciziale ed al virus SarsCoV2. Come sta avvenendo in Australia, oltre al ceppo A H1N1, quest’anno circolerà anche il ceppo influenzale B Victoria, verso cui si registra una minore copertura e che potrebbe pertanto determinare un numero maggiore di contagi. Entrambi i ceppi influenzali sono comunque previsti nel vaccino antinfluenzale che secondo la circolare del Ministero della Salute sarà disponibile da ottobre, anche in farmacia. Soprattutto per i soggetti fragili, è importante l’immunizzazione per ridurre gli effetti più pesanti dell’infezione.
Fondamentale proteggere i fragili
«Per fronteggiare uno scenario che si prospetta impegnativo, sarà fondamentale pianificare in modo adeguato le strategie di protezione vaccinale» ha proseguito Pregliasco «La vaccinazione antinfluenzale è lo strumento più sicuro ed efficace per ridurre la circolazione del virus e soprattutto per limitare le conseguenze cliniche nei soggetti fragili». Pazienti anziani, persone con patologie croniche (cardiovascolari, respiratorie, metaboliche), donne in gravidanza e bambini molto piccoli «rappresentano i gruppi più esposti a complicanze severe: in questi casi, un’infezione influenzale può comportare rischi significativi per la salute, fino a determinare la necessità di ricovero in terapia intensiva» ha concluso Pregliasco.
Infine si ricorda che per tali categorie, anche alla luce dell’aumento di casi Covid nelle ultime settimane, è consigliato effettuare -insieme alla vaccinazione antinfluenzale- un richiamo vaccinale contro il Covid-19.