Funghi medicinali, cosa sono e in quali ambiti terapeutici sono utili

Alla scoperta di quelli dalle solide basi scientifiche, utili in diversi ambiti terapeutici, dal miglioramento della memoria alle performance sportive. L’obiettivo è conoscere di più gli usi dei funghi, così da consigliarli e proporli ai clienti interessati

Quanti di voi conoscono realmente i funghi medicinali? Quante occasioni avete avuto nel corso della vostra carriera professionale di confrontarvi con colleghi su questo argomento? Quante volte vi è capitato di consigliarli nella vostra attività professionale?

Vediamo se indoviniamo le risposte: alla prima domanda la maggior parte di voi avrà risposto “poco o per nulla”, e questo è del tutto plausibile. In Italia, infatti, la cultura scientifica in merito ai funghi medicinali è scarsa perché pochi sono i formatori e, di conseguenza, rari sono i corsi di aggiornamento scientifico.

Alla seconda domanda risponderemo nuovamente barrando virtualmente la casella di un test a risposta chiusa con “poco o per nulla”. Immaginiamo in questo caso di ricevere lo stesso quesito da un collega, “che ne pensi dei funghi medicinali?”. La risposta spesso poco articolata, fa cadere rapidamente la conversazione per i motivi visti prima, non trovando risorse per approfondirla. Figuriamoci, poi, come si possa pensare di arrivare a un consiglio a banco sui funghi medicinali. Date le premesse, la logica conseguenza è avere gli scaffali espositivi della farmacia carenti se non del tutto privi di queste referenze. In Italia siamo abituati, infatti, a parlare di piante medicinali, ma non dimentichiamoci che erbe ed estratti vegetali sono soltanto una parte del panorama di interesse per chi si approccia in maniera “naturale” all’accudimento della salute.

Il terreno più fertile è la Cina

Il Paese che consuma maggiormente funghi medicinali nel mondo è la Cina, con oltre 300 specie impiegate, in ambiti che vanno dalla prevenzione alla cura oncologica, come parte integrante di protocolli terapeutici anche negli ospedali.

Frutto di profonde tradizioni della medicina orientale, non offenderemo nessuno dicendo che la medicina cinese è stata sempre abbastanza restia nella diffusione e condivisione di pubblicazioni scientifiche e di sapere tramandato verso l’Occidente, facendo sì che nel nostro Paese l’impiego, in particolare, di specie di funghi medicinali si riduca a poco più di 20.

Non siamo un Paese, quindi, di “tradizione di funghi medicinali”, piuttosto siamo maggiormente propensi all’uso di piante medicinali perché più studiate nelle nostre Università e con sempre maggiore sicurezza consigliate in farmacia. Eppure i funghi rappresentano uno strumento utile sia al contrasto di alcuni sintomi nella loro fase acuta, sia nella prevenzione.

Entriamo maggiormente nel dettaglio di queste specialità. Grazie al loro ruolo perfettamente integrato con l’ambiente, si stima che in caso di cataclismi, l’unica specie a sopravvivere sarebbe proprio quella dei funghi. Pensando bene alla loro funzione sul Pianeta, troviamo la risposta al perché accadrebbe: sono parassiti di organismi viventi, del mondo vegetale, in particolare, con il quale hanno instaurato un perfetto equilibrio. Da loro ricevono zucchero e trealosio e, in cambio, assorbono metalli pesanti e sostanze pericolose alla vita e la sopravvivenza della pianta stessa.

Il corpo fruttifero del fungo è solamente la parte apicale, sotto il terreno invece si sviluppano le ife, veri e propri filamenti in grado di assorbire minerali dal terreno, diventando nutrimento per il fungo stesso. Gioca un ruolo chiave, dunque, per le proprietà del singolo fungo, il terreno su cui si sviluppa. Pensiamo al vanadio, per esempio, un minerale poco presente in Italia, ma più abbondante nelle terre orientali che favorisce lo sviluppo della specie fungina. Questo è sicuramente uno dei motivi per cui anche in Italia, la coltivazione di alcune specie sarebbe difficile e minore è la varietà rispetto ad altri Continenti.

Crediamo, però, di trovarci in un momento storico in cui sentiremo sempre più parlare di funghi medicinali, prevedendo un vero e proprio nuovo trend per i prossimi anni. Il consumatore è curioso e anche grazie ai social network inizia a ricevere informazioni sulle specie più comuni come il Reishi, lo Shiitake, il Maitake, il Cordyceps e il Lions’ Mane, detto anche Criniera di Leone.
Il riscontro è interessante, facciamoci trovare pronti!

I diversi tipi di funghi e le loro caratteristiche

Il Reishi è uno dei funghi più noti, proprio in virtù delle sue numerose proprietà. In Cina, dopo la sua scoperta, veniva riservato esclusivamente all’imperatore perché si narrava che una bevanda a base di Reishi lo avrebbe reso immortale. Anche se questo non si è mai verificato, da allora il Reishi non si è mai tolto di dosso la reputazione di fungo per la longevità.
Contiene beta-glucani, utili per la modulazione del sistema immunitario, e indicati sia nella prevenzione delle patologie invernali, sia nel loro trattamento in fase acuta. Contiene, inoltre, amminoacidi e vitamine grazie alle quali gli viene attribuito un effetto antiossidante e di modulazione delle fasi del sonno: migliora sia l’addormentamento, sia il problema dei risvegli notturni. In commercio possiamo trovarlo anche con il nome di Ganoderma Lucidum.

Lo Shitake è altrettanto ricco in beta-glucani, così come la maggior parte dei funghi medicinali ai quali attribuiamo un’azione positiva sul sistema immunitario. Il consiglio è di non utilizzarlo per periodi prolungati -diciamo oltre i 90 giorni, qualora non sia strettamente necessario- per evitare una stimolazione eccessiva del sistema immunitario. Studi interessanti iniziano a parlare di un’azione positiva dello Shitake anche sul metabolismo del colesterolo e sulla regolazione della pressione sanguigna, ma ulteriori evidenze saranno necessarie per esprimerci in maniera definitiva su questi ambiti.

Il Maitake è definito il fungo di riferimento per il paziente in sindrome metabolica per la sua azione positiva sulla regolazione della glicemia. Il paziente con insulino resistenza trova in questo fungo un valido alleato per modulare, insieme a un’indispensabile dieta bilanciata, parametri su cui spesso si interviene direttamente con il farmaco. Le piante medicinali, infatti, in questo caso purtroppo non garantiscono un effetto soddisfacente. Pensiamo alla cannella, al cromo o alla gymnema sylverstris: il loro impiego, pur a dosaggi elevati, spesso non soddisfa il cliente. Utile, quindi, proporre il Maitake in associazione, per esempio, alla berberina, sostanza dalle altrettante solide evidenze scientifiche.

Il Cordyceps è forse il fungo più celebre per la sua dimostrata azione nel miglioramento della performance fisica. In un’Olimpiade piuttosto “medagliata” per la Cina, si disse che la maggior parte degli atleti avesse assunto Cordyceps proprio per migliorare le prestazioni. Questo ha spalancato le porte alla sua popolarità. Studi recenti ci dicono che migliora la capacità aerobica in particolare negli sport di resistenza, come la corsa o il ciclismo.

Il Lion’s Mane, infine, noto anche con il nome italiano di “criniera di leone”, è il fungo d’elezione per le capacità mentali: agisce sul sistema nervoso promuovendo la stimolazione e la produzione di Ngf (nerve growth factor), ovvero meccanismi di neurogenesi e protezione di cellule cerebrali. Oggi il suo impiego maggiore è proprio nella prevenzione del declino cognitivo e di supporto alle funzioni mnemoniche.
Abbiamo visto una breve ma curiosa panoramica sui funghi caratterizzati da solide evidenze scientifiche, indispensabili punti di partenza per la proposta ai clienti al banco della farmacia.

(di Eugenio Genesi e Francesco Garruba, Farma Mese N. 06-2025 ©riproduzione riservata)

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