Compravendita di farmacie, i consigli di Chat Gpt

Anche secondo l’Intelligenza artificiale -appositamente interpellata- l’attività di compravendita di una farmacia è un’operazione assai complessa, che richiede attenta valutazione e l’aiuto di intermediari e consulenti specializzati 

 Ciao Matteo, ho visto che siete rientrati in ufficio finalmente, eh. Finite le vacanze, alla buon’ora! 

“Ciao Pier, è sempre un piacere sentirti!” (come definire Pier? Farmacista, indubbiamente si; titolare, indubbiamente si; intermediario, ovviamente no, ma molto attento e curioso. Mi ha fatto capire, in cuor suo ma mai apertamente, che lui sarebbe in grado tranquillamente di gestire la trattativa della sua farmacia in prima persona. Non di meno regolarmente mi chiama, per farmi domande anche se le risposte le sapeva già…). “Siamo rientrati da tempo e le vacanze ormai sono dimenticate! Qual buon vento ti porta, marinaio? Come posso aiutarti?”. 

Volevo confrontarmi con te perché un “amico” mi ha detto che “la valutazione del prezzo di una farmacia è il fulcro della trattativa” (e, mentre lo diceva, ho avuto la netta sensazione che stesse leggendo). 

Beh Pier, mi sembra ovvio, ma prima di essere il fulcro della trattativa la valutazione del valore della farmacia (più che il prezzo) è la base di partenza per qualunque considerazione successiva, che si tratti di vendita, di successione, di liquidazione soci o pura e semplice curiosità. Ragion per cui deve essere fatta da persone competenti -mi raccomando Pier- e non sparata a caso solo per sentito dire (specifico solo perché la sensazione che mi aveva dato il sentirlo leggere mi aveva preoccupato più del solito!). 

E senti un po’: anche tu utilizzi per formulare il prezzo un moltiplicatore del “fatturato tipico”? (di nuovo netta sensazione che stesse leggendo…). 

Pier posso dirti che di “fatturato tipico” non si era mai sentito parlare prima del Covid. È da pochi anni, infatti, che si vuole valutare il fatturato come mera espressione delle vendite realizzate da una farmacia al netto di “roba strana” o non riproducibile, come, appunto, lo sono state le vendite delle mascherine e dei tamponi e, successivamente, dei vaccini. Adesso non si considera più questo “fatturato tipico”, perché a fine 2025 andiamo a ragionare sull’analisi dell’ultimo triennio e ormai siamo fuori dall’epoca Covid. Però la “pulce è rimasta nell’orecchio” e, quindi, si controlla più e meglio di anni fa. Per esempio, non si considera il fatturato generato da “vendite” extra Asl e corrispettivi, se particolarmente importante e non giustificato. 

Ah, benissimo Matteo, grazie. E che cosa mi dici, invece, della “due diligence”? (esattamente letto come scritto, con “due” come se fosse un numero). Chi la deve fare, il venditore o l’acquirente? 

Pier, ovviamente l’acquirente. Chi compra deve poter controllare cosa sta comprando. Quindi, dovrà incaricare qualcuno -il suo commercialista o società esterna- e farla fare. Devi sapere che la “Dd” è una nuova introduzione delle catene, sia in termini di definizione, sia di vero e proprio passaggio della negoziazione. Qualcosa di buono anche le catene lo hanno portato… Non che in passato, non si effettuassero controlli nelle compravendite tra farmacisti privati, ma anni fa il farmacista acquirente incaricava il suo commercialista di “controllare la contabilità” e di verificare che i “numeri fossero a posto”. Questi contattava il collega di controparte, chiedeva tutta la documentazione che riteneva necessaria e in pochi giorni si arrivava alla soluzione. In pratica, una “Dd” in tutta regola, ma che noi chiamavamo semplicemente “controllo della contabilità”. 

Certo, data la complessità dell’operazione -mi precisa- rivolgersi a intermediari e consulenti specializzati nella compravendita di farmacie è quasi indispensabile. Questi professionisti possono facilitare l’incontro tra domanda e offerta, supportare la valutazione e guidare acquirente e venditore attraverso l’intero e complesso percorso burocratico e contrattuale… 

Scusa Pier, ma non capisco: è una tua opinione o una domanda? Scusa, ma stai leggendo?” (Non resisto più dalla curiosità e glielo chiedo) 

Ma no Matteo, ti dico la verità. Volevo confrontarmi con te e con Chat Gpt, che mi sono installato in farmacia per aiutare le mie collaboratrici a rispondere a tutte le domande dei clienti. Ho visto dal tuo video che eri rientrato in ufficio, volevo controllare se l’Intelligenza artificiale era in grado di sostituire il vostro lavoro, e così ho fatto le stesse domande sia a te, sia a lei. 

Fantastico, non mi era ancora capitato. Quindi, l’ultima frase che mi hai letto significa che è l’AI che consiglia di rivolgersi a un intermediario? 

Eh sì, ma non capisco. Pensavo mi desse soluzioni per aiutare le persone nel fai-da-te, mentre demanda la compravendita di una farmacia a intermediari e consulenti specializzati. 

Ahi, ahi, Pier. Tradito anche da Chat Gpt. Mi sa che quando deciderai di vendere sarai obbligato a telefonarmi. 

Eh già Matteo… Ma non ho ancora deciso. 

(di Matteo Oberti, Farma Mese N. 8-2025 ©riproduzione riservata)

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