Zanzare & West Nile virus, prevenzione prima di tutto

Fastidio, prurito e soprattutto la paura di possibili malattie possono far perdere il piacere di stare all’aria aperta. Oggi le zanzare rappresentano un pericolo concreto e in veloce divenire, essendo un vettore di malattie che non possiamo più considerare tropicali per via dei cambiamenti climatici: la presenza di casi autoctoni in Italia indica che ora è possibile contrarre queste malattie anche nel Paese e non come conseguenza di viaggi in aree più esposte.

A causa dell’innalzamento delle temperature globali, insieme ai sempre più frequenti eventi metereologici estremi come piogge torrenziali, alluvioni o periodi di siccità alternati a periodi di umidità, infatti, il rischio di trasmissione arbovirale di Dengue, Chikungunya, Zika e Febbre Gialla, le principali malattie trasmesse dalle zanzare, nell’ultimo decennio è aumentato del 30% a livello globale.

In Europa, per esempio, i casi autoctoni di dengue sono cresciuti del 600% tra il 2010 e il 2022, passando da 10 episodi noti nel 2010 a oltre 70 nel 2022. Una tendenza che viene confermata in Italia dalla diffusione del virus West Nile o virus del Nilo Occidentale,  con una diffusione crescente. È una minaccia silenziosa che colpisce -nella maggior parte dei casi in modo lieve- chi viene punto da zanzare infette.

West Nile Virus, cos’è e perché fa paura

Il West Nile è un virus trasmesso principalmente dalle zanzare del genere Culex, molto diffuse anche in Italia. A differenza di altri insetti, queste zanzare pungono prevalentemente di sera e di notte, e si annidano in ambienti umidi o dove c’è ristagno d’acqua. Il virus non si trasmette da persona a persona, ma solo attraverso la puntura della zanzara infetta.

Scoperto per la prima volta nel 1937 in Uganda, oggi torna a far parlare di sé in Italia con un aumento di casi, con focolai localizzati soprattutto nelle aree rurali e periurbane. Il ministero della Salute ha attivato la sorveglianza nazionale, mentre molti comuni stanno intensificando le campagne di disinfestazione. Nella maggior parte dei casi il decorso è benigno, ma è importante mantenere alta l’attenzione, soprattutto per le persone più fragili.

West Nile virus, i sintomi da conoscere

Nella maggioranza dei casi il virus non provoca sintomi evidenti -spiega il dottor Mario Improta, Chief Medical Officer di Elty-. Tuttavia, nel restante 20% si può manifestare con una sindrome febbrile, detta febbre West Nile, caratterizzata da sintomi sistemici simil-influenzali tra cui febbre moderata o elevata, malessere generale e stanchezza, dolori muscolari e articolari nausea, mal di testa e, in alcuni casi, rash cutaneo su tronco e arti.

I sintomi compaiono di solito entro 2-14 giorni dopo la puntura. Nei soggetti sani, la sintomatologia regredisce spontaneamente nell’arco di pochi giorni. Tuttavia, in una piccola percentuale di casi (meno dell’1%) soprattutto in individui immunocompromessi o anziani, il virus può evolvere verso forme più gravi, come meningoencefalite, con sintomi neurologici quali torpore, rigidità nucale, tremori, disturbi dell’equilibrio e, nei casi più critici, coma.

Come riconoscere la puntura

Non è possibile riconoscere a occhio nudo una puntura di zanzara infetta: si presenta come una qualsiasi altra puntura, con gonfiore e prurito. Ecco perché è fondamentale ascoltare il proprio corpo e tenere monitorati eventuali sintomi sospetti nei giorni successivi.

Se dopo una puntura compaiono febbre persistente, mal di testa intenso o sintomi gastrointestinali, è bene rivolgersi al medico. Esami del sangue specifici possono confermare o escludere l’infezione.

West Nile virus, come proteggersi

Parola d’ordine prevenzione, e con piccoli gesti quotidiani:

  1. Usare repellenti cutanei, soprattutto nelle ore serali
  2. Indossare abiti lunghi e chiari se si è in giardini o aree verdi
  3. Installare zanzariere a porte e finestre
  4. Eliminare ristagni d’acqua (sottovasi, tombini, ciotole)
  5. Seguire e sostenere le campagne comunali di disinfestazione

Attenzione a ristagni d’acqua, tombini e pozzetti

Oltre a zanzariere, repellenti cutanei e l’utilizzo di abiti chiari e lunghi, accorgimenti utili per allontanare le zanzare, per prevenire la loro proliferazione è fondamentale una corretta gestione dell’acqua in giardino o in cortile. Le zanzare tendono infatti a deporre grandi quantità di uova (fino a 300 per ogni esemplare) anche in pochi centimetri di acqua stagnante: è utile quindi svuotare e tenere asciutti vasi, sottovasi, secchi, contenitori e copertoni, evitando di bagnare eccessivamente le piante; pulire le grondaie per evitare ostruzioni e coprire serbatoi e bidoni con teli o reti a maglia fine. Quando possibile è utile anche asciugare le pozzanghere, riversando all’interno sabbia o terra e trattare pozzetti e tombini a inizio stagione con l’uso di antilarvali. Eliminare i ristagni d’acqua riduce del 90% la presenza di larve.

Oltre a cortili e giardini che la maggior parte delle volte rappresentano spazi privati domestici, la necessità di tutelarsi dalle zanzare e dalle loro punture sopraggiunge anche in serre, vivai, orti e grandi spazi verdi come ville per i ricevimenti o spazi aperti per l’intrattenimento nei villaggi vacanze. Per gli spazi più grandi e solitamente più difficili da preservare l’opzione migliore si trova nei trattamenti con principi attivi naturali e modalità di diffusione controllata.

Il principio attivo più indicato è il piretro, di origine interamente naturale e con una bassa persistenza nell’ambiente degradandosi velocemente alla luce del sole e al calore. Grazie alle sue caratteristiche può essere utilizzato sia in contesti domestici e privati, sia in grandi spazi verdi o professionali.

 

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