Servizi in farmacia: è sufficiente avere l’assicurazione?

Obbligatoria per legge, l’assicurazione per la responsabilità civile verso terzi ci mette al riparo per i danni cagionati con colpa nell’ambito dell’esercizio dell’attività professionale, ma sono necessarie, allo stesso tempo, prudenza e attenzione. Ecco i consigli pratici dell’esperta, all’insegna di tre parole: diligenza, imprudenza e imperizia.

Si parla molto sulla stampa di categoria di servizi in farmacia e di come possano essere declinati al fine di meglio rispondere alle esigenze sempre più pregnanti della collettività, stante il ruolo di presidio di prossimità e socio-sanitario riconosciuto alla farmacia. I farmacisti, per parte loro, non vi si sottraggono offrendo un servizio importante e sempre più indefettibile, ma è innegabile che ciò implica un incremento della responsabilità professionale.

Cosa dice la legge

La legge prevede che le farmacie e i farmacisti abbiano l’obbligo alla copertura assicurativa per la responsabilità civile verso i terzi per i danni cagionati con colpa nell’ambito dell’esercizio dell’attività professionale. Il vincolo di legge è ben comprensibile trattandosi di un’attività professionale attinente all’ambito della salute dei cittadini i quali, per eventuali danni subiti in conseguenza dello svolgimento della professione di farmacista, debbono trovare ristoro in un risarcimento sicuro e, per quanto possibile, immediato.

La previsione della stipula di un’assicurazione, tuttavia, non deve essere concepita come una sorta di “lasciapassare” che consenta di sopperire a eventuali possibili carenze di natura professionale nell’ambito dello svolgimento delle nuove attività che coinvolgono la farmacia, come se la garanzia assicurativa mettesse al riparo da qualsiasi colpa.

Questo è il vero punto cruciale della materia: escludendo il dolo (cioè, la specifica volontà di arrecare danno), ciò che può verificarsi nell’esercizio della professione è il compimento o l’omissione di determinate attività in modo colposo e cioè con negligenza, imprudenza e imperizia. Questi termini sono riconducibili a comportamenti specifici che possono avere conseguenze anche gravi e, talvolta, di natura penale; ecco il motivo per cui non bisogna abbassare la guardia confidando che l’assicurazione “sgravi” da qualsiasi spiacevole effetto collegato alla “colpa” con cui si svolge l’attività in farmacia.

Come comportarsi

Dunque, che fare? La soluzione è quella di usare concrete cautele nello svolgimento dei servizi in farmacia considerando, innanzitutto, che occorre diligenza, ma una diligenza “qualificata” legata alla natura professionale dell’attività esercitata, la cui mancanza, di per sé, può portare a un potenziale aggravamento di responsabilità.

La diligenza richiesta a un professionista come il farmacista è, infatti, superiore a quella che viene richiesta a una persona comune a cui si richiede la cosiddetta diligenza del buon padre di famiglia, e il motivo è presto detto: in ragione dell’attività svolta, si confida che vi sia un maggiore livello di attenzione professionale che non può ammettere superficialità o sventatezza alcuna.

Per esempio, non rispettare per superficialità o indolenza le norme igieniche in materia di vaccinazione oppure di test oro-faringei implica che si risponda di un eventuale danno riconducibile a eventi che si aveva il dovere di prevedere ed evitare, attivandosi per adottare tutte le cautele previste in relazione allo specifico servizio svolto.

Anche l’imprudenza può essere fonte di responsabilità. C’è imprudenza quando vi è avventatezza, quando si tiene una condotta contraria alle regole e ai doveri di accortezza e di prudenza. In questo ambito la temerarietà e l’audacia non sono una dote! Nel concreto fornire, per esempio, consigli di natura professionale in modo frettoloso, senza rivolgere le domande adeguate, è chiaramente imprudente.

Infine, anche l’imperizia può comportare delle conseguenze spiacevoli, se si arreca un danno a un cliente della farmacia a causa di un comportamento errato derivante dall’ignoranza, per incapacità o inettitudine tecnico-professionale, delle regole tecniche necessarie allo svolgimento dello specifico servizio. Si comporta con imperizia il farmacista che non conosce le regole tecniche della materia per approcciare una certa situazione professionale inerente ai servizi e che, in particolare, non si forma né si aggiorna per rendere i servizi in modo corretto anche attraverso la strumentazione e i dispositivi presenti in farmacia. Gli esempi potrebbero essere tanti e perché si realizzi la responsabilità in capo al farmacista bisognerà sempre verificare se la condotta, caratterizzata dalla colpa, sia stata anche la causa del danno subito dall’utente-paziente.

Quali possono essere in concreto le possibili responsabilità riconducibili al farmacista?

La risposta è “dipende” dalla condotta tenuta dal farmacista titolare o direttore e dai suoi collaboratori e da come la stessa sia collegata causalmente al danno che si è verificato. Nell’ampliamento dei servizi di prossimità si rendono, quindi, necessarie molte cautele non soltanto per il farmacista che compie l’atto professionale, ma anche per il titolare o il direttore che lo coordina e che, per questo, ne è responsabile.

A questo punto possono essere utili alcuni suggerimenti:

-individuare procedure specifiche per ogni servizio erogato in farmacia al fine di garantire diligenza prudenza e perizia nell’attività professionale svolta sia a favore dell’utente, sia del professionista;

-conservare, per un tempo ragionevole, la documentazione delle procedure utilizzate in modo da esibirla in occasione di eventuali accertamenti dell’autorità;

-garantire al titolare, direttore e ai collaboratori tutti un aggiornamento periodico e continuativo sui servizi in generale e, nello specifico, sulle apparecchiature e sugli strumenti che si vogliono utilizzare.

È inutile dire che svolgere i servizi e avere un’assicurazione è un po’ come guidare un’automobile: l’attività è in sé pericolosa e tutti noi abbiamo un tagliando virtuale sul parabrezza dell’automobile, ma guidare con prudenza e attenzione, oltre che essere un dovere, ci mette al riparo da molte situazioni spiacevoli.

(avv. Silvia Stefania Cosmo, Farma Mese n. 6– 2025 ©riproduzione riservata)

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