“Passata è la tempesta, odo augelli far festa…”. I versi del Leopardi mi accompagnano alla fine degli interventi del Ministro Schillaci e del Sottosegretario Gemmato a Cosmofarma 2025, e cosi il pensiero va al tempo trascorso e ai “corsi e ricorsi” che la storia spesso ci regala.
Sembrano ora tornati gli anni tranquilli di fine ‘900, quando la farmacia navigava serena portata dal vento del monopolio “farmaco, farmacista, farmacia”. I problemi certo non mancavano, pensiamo ai ritardi dei pagamenti, e poi infastidiva quell’accusa di “rendite di posizione”, che non ha mancato di provocare seri danni nei successivi anni 2001-2017.
Prima è saltato il monopolio del farmaco, con la Legge 405/2001 e con il lento, ma inesorabile arrivo della Distribuzione diretta e della Dpc, poi quello del farmacista con il Decreto Bersani nel 2006, con la fuoriuscita sia del farmaco Sop e Otc, sia del farmacista emigrato nelle parafarmacie e nei corner della Gdo, infine se ne è andato nel 2017 anche il terzo monopolio, con l’arrivo del capitale nella proprietà della farmacia.
Altro che rendite di posizione! Durante il governo Monti poi era una caccia all’untore, con uno stillicidio di provvedimenti tutti tesi a recar danno al farmacista in farmacia. È stato difficile governare quegli anni e impedire anche la fuoriuscita del farmaco della classe C, perché era pur sempre un navigare contro corrente.
Ci voleva un trauma per rimescolare le carte, ed ecco arrivare il Covid, con i suoi lutti e difficoltà, ma che ha offerto anche l’occasione per dimostrare l’essenziale ruolo della farmacia sul territorio (laddove altri hanno latitato). E un ruolo non soltanto legato al farmaco, ma anche sanitario, con tamponi, test, vaccinazioni e così è cambiato il vento, e ora la farmacia accumula consensi.
Sentite un po’ che cosa ha detto il Ministro Schillaci: “La farmacia è vero presidio sanitario di prossimità” e poi ha precisato “La prossimità non va intesa soltanto a livello geografico, ma soprattutto come vicinanza al paziente. Quindi, la vera prossimità sta proprio nella differenza tra curare e prendersi cura del malato”. Si è, quindi, soffermato sul tema della prevenzione (“fattore strategico di sostenibilità“), che rientra tra i ruoli del farmacista educatore sanitario, che “suggerisce corretti stili di vita, promuove l’aderenza terapeutica e sostiene le carenze con l’attività di preparatore galenico”.
Altrettanto lusinghiere le affermazioni del Sottosegretario Gemmato: “La capillare rete delle farmacie rappresenta un valore straordinario… tra l’altro arricchito da empatia”, perché garantisce ai cittadini un accesso sempre disponibile al farmaco e l’erogazione di servizi e prestazioni essenziali per promuovere la salute, consentire il monitoraggio e gestire le cronicità. “Una capillarità che va messa a valore”. E ha concluso il suo intervento affermando: “Non abbiamo avuto paura ad affrontare il Covid e non avremo certo paura ad affrontare l’innovazione”, cioè la farmacia dei servizi. “Sono orgoglioso di vedere una categoria così forte e motivata”.
Forza e motivazione subito confermate dal presidente Cossolo (“Farmacie pronte a costruire un sistema più vicino, più reattivo e più equo”) e dal presidente Mandelli (“abbiamo l’ambizione di garantire un’assistenza sempre più efficiente e accessibile a tutti”).
Eh sì, forse è proprio vero: “Passata è la tempesta”.
(di Lorenzo Verlato, Farma Mese N. 5-2025 ©riproduzione riservata)