Farmacia dei servizi: gli italiani vogliono di più, il farmacista al centro del Ssn

La farmacia è sempre più percepita dagli italiani come un pilastro territoriale del Servizio sanitario nazionale, non solo per la dispensazione di farmaci, ma per un ruolo attivo nella prevenzione, nel monitoraggio e nell’erogazione di nuovi servizi. È questo il quadro che emerge dal recente rapporto Censis commissionato da Federfarma, che fotografa la relazione tra cittadini e farmacie.

Frequenza alta e farmacista di fiducia

La fiducia verso il farmacista è solida: il 60% degli italiani ha una farmacia di riferimento, e la frequenza delle visite è significativa. In media, la metà degli italiani entra in farmacia una volta al mese, mentre il 28,8% ci va almeno una volta alla settimana. La frequentazione cresce con l’età, toccando il 41,8% tra gli over 64, e raggiunge il 50,6% tra chi ha condizioni di salute più fragili. Le donne si confermano utenti particolarmente assidue, con il 31,5% che dichiara di recarsi in farmacia ogni settimana.

La farmacia è considerata dagli italiani un presidio essenziale, anche da chi gode di buona salute o ha solo disturbi minori. Ben il 92,6% degli intervistati si dice molto o abbastanza d’accordo nel ritenere la farmacia “un servizio di cui non si può fare a meno”. La pandemia ha accelerato questa percezione, coinvolgendo anche fasce di popolazione tradizionalmente più distanti dal mondo della farmacia, come i giovani, e facendo crescere l’attenzione verso il benessere e la prevenzione.

Ampio consenso sui nuovi servizi

A confermare il potenziale della farmacia dei servizi è l’altissima disponibilità dei cittadini verso un ampliamento delle prestazioni offerte: il 90% è favorevole, grazie soprattutto alla capillarità delle farmacie e alla costante presenza di un professionista sanitario. Tra i servizi più richiesti spicca il recapito a domicilio dei farmaci per persone fragili (82,7%), seguito dalla distribuzione di farmaci e presidi per conto delle Asl (76,4%), dai test diagnostici per colesterolo o glicemia (73,3%) e dallo sportello Cup (72,3%). Tutti i servizi desiderati superano comunque la soglia del 50% di interesse, segnale evidente di quanto la popolazione veda nella farmacia un punto di accesso sempre più strategico alla sanità.

Il dato interessante per i farmacisti riguarda anche l’esperienza diretta degli italiani: il 68,9% degli intervistati dichiara che nella propria farmacia sono già attivi almeno alcuni servizi, in particolare screening per ipertensione o diabete (41,9%), dispensazione domiciliare di farmaci (38,6%), scelta del medico o pediatra (36,2%), vaccinazioni (26,1%) o la presenza di infermieri per medicazioni e altre attività (20,5%). Tuttavia, le percentuali salgono nettamente quando si guarda al desiderio di usufruire in futuro di questi stessi servizi: l’82,1% vorrebbe accedere agli screening di prevenzione, l’81,7% alla dispensazione domiciliare, il 79,6% alla scelta del medico o pediatra, mentre il 62,2% desidera vaccinazioni in farmacia, non solo anti-Covid o antinfluenzali.

Criticità e vantaggi

Accanto a questo entusiasmo, non mancano le criticità. Il 59,5% segnala difficoltà nel reperire alcuni farmaci, sebbene il 37,8% riconosca l’impegno dei farmacisti nel risolvere il problema. Quanto all’ampliamento dei servizi, il 39,4% teme che le farmacie non siano sufficientemente attrezzate, il 24% paventa una deriva privatistica con aumento dei costi, il 22% ritiene che il farmacista rischi di assumere responsabilità non di sua competenza, mentre il 19,6% teme la mancanza di sicurezza o di personale adeguatamente formato.

Restano però evidenti i vantaggi percepiti: quasi la metà del campione vede nella farmacia dei servizi una porta d’accesso più comoda per test diagnostici e vaccinazioni, senza liste d’attesa e con maggiore efficienza organizzativa. Il 40,8% apprezza gli orari di apertura estesi, il 38,6% indica la riduzione del carico per gli ambulatori Asl e ospedalieri, il 20,7% sottolinea la competenza del personale, il 17,3% la possibilità di fare prevenzione, mentre l’11,7% si affida alla relazione con un professionista sanitario di fiducia e l’8,3% percepisce anche un possibile vantaggio in termini di costi.

Un modello da sviluppare

Il Censis conclude che la “Farmacia dei servizi” non è più soltanto un progetto, ma una realtà diffusa, anche se con disomogeneità regionali, e rappresenta un modello da sviluppare ulteriormente per contribuire a una sanità più vicina e accessibile a tutti. Per i farmacisti, questi dati sono una conferma del valore del proprio ruolo, ma anche una sfida a potenziare l’offerta di servizi, garantendo qualità, sicurezza e sostenibilità.

Maggiori dettagli sono disponibili su “Farma 7” nella rubrica Ricerche e documenti.

 

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