L’appuntamento con le tasse è una delle due certezze della vita, ma esiste uno strumento di recente conoscenza che può rendere più soft il ménage con il fisco: il Concordato Preventivo Biennale. Con la nostra esperta, la dottoressa Paola Castelli, analizziamone le recenti evoluzioni.
Dottoressa Castelli, ci ricorda cos’è il Concordato Preventivo Biennale?
Il Concordato Preventivo Biennale (c.d. “CPB”) è uno strumento, ormai a regime, con il quale l’Amministrazione finanziaria propone al contribuente, in via preventiva e vincolante, un importo che per due anni rappresenterà il reddito imponibile ai fini del calcolo delle imposte Irpef, Ires e Irap; restano, invece, invariati gli adempimenti ai fini Iva e gli obblighi contabili e dichiarativi. Tale concordato, quindi, altro non è che un accordo basato su elementi presuntivi e non strettamente legato al reddito effettivo del contribuente.
Il contribuente è costretto ad accettare la proposta del fisco?
No, non è obbligatorio aderire alla proposta, ma, qualora lo si faccia, occorrerà versare le imposte sul reddito proposto dall’Agenzia delle entrate a prescindere da quello che sarà il reddito imponibile effettivo nei due anni previsti (2025 e 2026).
Come fa il contribuente a stabilire se sia o meno il caso di aderire al concordato?
Il passato e il presente aziendale insegnano sempre e consentono di fare previsioni atte a stabilire la convenienza o meno di optare per tale “tax compliance”. Il 2 maggio 2025 l’Agenzia delle entrate ha comunicato di avere messo a disposizione sul proprio sito il software “Il tuo ISA 2025 CPB” che consente ai contribuenti di determinare il proprio indice sintetico di affidabilità (Isa) e accedere alla proposta di concordato per il 2025 e 2026.
Come si formalizza l’adesione al CPB?
L’adesione per il biennio 2025- 2026 si formalizza trasmettendo, in via telematica ed entro il 30 settembre 2025, l’apposito “Modello CPB” unitamente alla dichiarazione dei redditi 2025 (periodo d’imposta 2024) e al modello Isa. In alternativa è possibile inviare il “Modello CPB” in via autonoma insieme al solo frontespizio dei Redditi 2025 ove è prevista la casella “Comunicazione CPB” nella quale deve essere indicato il codice 1 “Adesione”. In caso di trasmissione autonoma del “Modello CPB”, non avendo lo stesso natura dichiarativa ma solo di adesione al concordato, la dichiarazione dei redditi 2025 e il modello Isa dovranno essere trasmessi entro il 31 dicembre 2025.
Non è che, una volta aderito al concordato, lo stesso può per qualche arcano motivo cessare?
Sì. Questo può accadere al verificarsi di circostanze eccezionali -quali, a mero titolo esemplificativo ma non esaustivo, eventi calamitosi, eventi di natura straordinaria (danni ai locali aziendali tali da rendere i locali inagibili e non più idonei all’uso, danni rilevanti alle scorte di magazzino, ecc.), l’affitto dell’unica azienda e via di seguito- a fronte delle quali le entrate effettive o il valore della produzione netta dovessero ridursi di oltre il 50% rispetto a quelli oggetto del concordato.
I contribuenti che avevano aderito al precedente concordato preventivo relativo al biennio 2024 e 2025 possono aderire anche al concordato in commento?
No, potranno aderire eventualmente al concordato preventivo relativo al biennio 2026 e 2027.
Chi non aveva aderito al vecchio concordato può aderire al nuovo concordato 2025-2026?
Assolutamente sì.
Immagino che la pace biennale con il fisco non sia tax free, giusto?
Con la nuova edizione del concordato, una volta accettata la proposta del fisco basata sui dati 2024, sul reddito incrementale è dovuta una flat tax o imposta sostitutiva, come la vogliamo chiamare, del 10% (se il punteggio degli Isa è pari o superiore a 8), del 12% (se il punteggio degli Isa è pari o superiore a 6, ma inferiore a 8) o, infine, del 15% (se il punteggio degli Isa è inferiore a 6). La flat tax è applicabile sino a un reddito incrementale di euro 85.000,00; sulla parte di reddito imponibile incrementale eccedente è dovuto il 43% a titolo di Irpef o il 24% a titolo di Ires.
Dottoressa Castelli, in conclusione: aderire al Concordato Preventivo Biennale conviene o no?
Come sempre, è opportuno ponderare attentamente i pro e i contro dell’accordo in esame nonché i relativi costi e benefici con il vostro consulente.
Ovviamente chi prevede, nel periodo oggetto del concordato, una crescita del fatturato e, quindi, del reddito imponibile (per esempio, per effetto dell’acquisto di una farmacia, del trasferimento della propria azienda in locali più grandi, della cessazione dell’ammortamento dell’avviamento o della cessazione di un leasing con canone elevato prima iscritti in bilancio, ecc.) ha convenienza ad aderire al
concordato.
Ulteriore aspetto interessante è il fatto che, a fronte del “batti cinque” con l’Agenzia delle entrate, il rischio di controlli fiscali si riduce notevolmente. Infine, la possibilità di programmare nel biennio oggetto di concordato la gestione aziendale e quella personale e conoscere in anticipo le imposte dovute al fisco ha il suo appeal.
(Paola Castelli, Farma Mese N. 6-2025 ©riproduzione riservata)