Sostenuta dai positivi risultati della ricerca scientifica, la classe terapeutica probiotici registra in farmacia buoni risultati di vendita. Oltre ai dati in valore e quantità ecco quelli riguardanti le motivazioni e le caratteristiche dei consumatori. Utile anche conoscere la suddivisione dei consumi pro capite registrati nelle diverse regioni.
Definiti come “promotori della vita”, i probiotici stanno registrando un trend positivo, per l’idea sempre più diffusa che una flora batterica sana permette di mantenere lo stato di salute e benessere generali. Gli integratori a base di probiotici rappresentano, quindi, un settore di crescente interesse, perché offrono, fin dal loro nome (“pro-bios”), una promessa a quanti ricercano lo star bene. La flora intestinale, quella foresta di microorganismi che abitano il nostro corpo, attualmente chiamata microbiota, svolge infatti funzioni cruciali nel nostro organismo.
“L’intestino è considerato il nostro secondo cervello” scrive Maria Rescigno in “Microbiota arma segreta del sistema immunitario”. “Per anni sottovalutato dalla scienza, il microbiota -con il suo genoma- è oggi considerato la chiave di volta della salute”.
Anche il ministero della Salute riconosce l’importanza dei “microrganismi probiotici vivi e attivi, in grado di raggiungere l’intestino, moltiplicarsi ed esercitare un’azione di equilibrio sulla microflora intestinale mediante colonizzazione diretta”, e l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri si sofferma sulle funzioni dei batteri buoni del microbiota (come Biofidobatteri e lactobacilli) e di quelli cattivi (come Enterococcus faecalis e Clostridium difficile), evidenziando i benefici apportati da una eubiosi, con microorganismi in equilibrio, capaci di apportare diversi vantaggi: aiutano la digestione, rafforzano le difese immunitarie, producono vitamine come la K e la B12, sintetizzano aminoacidi e acidi grassi a catena corta, contrastano le infezioni da batteri patogeni, eliminano le sostanze tossiche e proteggono l’apparato cardiovascolare.
Chi e perché usa i probiotici
Vi è un’alleanza, quindi, tra un’alimentazione equilibrata, una vita attiva e l’uso degli integratori probiotici.
Da una ricerca commissionata da “Integratori e Salute” a Future Concept Lab emerge che attualmente ben 30 milioni di italiani usano integratori alimentari, e in modo consapevole: oltre il 75%, infatti, si rivolge ai professionisti sanitari per ottenere consigli, orientare le scelte, attuare comportamenti corretti. Inoltre, prima di acquistare un integratore, circa la metà degli acquirenti chiede consiglio al medico e più di un terzo al farmacista, con percentuali ben superiori rispetto alle altre fonti considerate.
Inoltre, il 70% degli italiani ha come principale luogo d’acquisto la farmacia o la parafarmacia, dove è presente un farmacista cui chiedere consiglio, e le motivazioni d’acquisto riguardano soprattutto la difesa immunitaria (30,1%), la normalizzazione dell’intestino (22%) e il desiderio di aiutare la digestione (20,8%). Un’altra ricerca dell’Unione Italiana Food ci dice che il 40% della popolazione italiana utilizza regolarmente integratori probiotici, in particolare per l’equilibrio del microbiota intestinale e per il sistema immunitario.

Ma analizziamo anche i dati di mercato: Pharma Data Factory ci informa che nell’anno mobile a maggio (giugno 2024 – maggio 2025) sono stati dispensati dalle
farmacie Italiane probiotici e fermenti lattici per:
– 37 milioni di confezioni
– 660 milioni di euro
– 55 milioni di euro in media al mese
Un fatturato, quindi, importante per la farmacia, che realizza una battuta di cassa media di 18 euro per confezione. In particolare, nei primi 5 mesi del 2025 (gennaio-
maggio) sono stati venduti 15,5 milioni di confezioni, per un valore di 277,7 milioni di euro, di cui il 77,5% integratori e il 22,5% prodotti di automedicazione, con un incremento nell’insieme dei due segmenti dello 0,3%, più dinamico il primo (+0,8%), meno il secondo (-1,5%). Inoltre, il fatturato mensile medio da gennaio a marzo 2025 è stato di 43 milioni per gli integratori e 12 per l’automedicazione.
Le caratteristiche dei consumatori
Ma chi sono i principali consumatori dei probiotici? Poco più della metà delle vendite è legata agli acquisti di italiani in età compresa tra i 35 e i 64 anni, ai quali va aggiunto il gruppo degli anziani, con circa un terzo da parte dei giovani anziani (65-74 anni), poi in decrescendo oltre i 75 anni, mentre modesti sono i consumi dei giovani.

Nella rilevazione recente di Pdf (gennaio-maggio 2025) si nota un incremento di richieste da parte dei “grandi vecchi: oltre 85 anni” (+4,2%) e nelle persone tra i 50-64 anni, mentre si è registrata un’ulteriore sensibile contrazione in età pediatrica (-15,9%).
Per quanto riguarda il sesso, invece, circa due terzi degli acquirenti risultano essere donne, contro poco meno di un terzo uomini, che però registrano in farmacia un fatturato in crescita dello 0,8%, mentre nelle donne si registra una leggera contrazione (-0,5%).
I consumi per Regione
La Lombardia è la regione italiana dove si registra il più elevato fatturato di probiotici, seguita dal Lazio, dalla Campania, dal Veneto e dal Piemonte. Queste prime cinque Regioni fanno il 54,2% del giro di affari, con il 52,6% degli abitanti. In alcune poi si è registrato, negli ultimi cinque mesi, un leggero incremento di vendite: in Lombardia (+0,2%), in Lazio (+0,6%) e in Campania (+1,18%), mentre in Piemonte vi e stata una contrazione (-3,3%), più contenuta nel Veneto (-0,7%).
Nelle altre regioni si è avuto il massimo sviluppo in Sardegna (+5,7%), Abruzzo (+4,4%) e Puglia (+3,4%). La Lombardia rimane, comunque sia, la più importante, anche per i suoi 10 milioni di abitanti, seguita dal Lazio (5,7 milioni), Campania (5,6 milioni), Veneto (4,8 milioni) e Piemonte (4,3 milioni).

Interessante anche analizzare il fatturato regionale in rapporto al numero degli abitanti. Risulta così che mediamente un italiano acquista in farmacia in un anno probiotici per 11,20 euro, ma con variazioni sensibili tra le varie regioni: si va dai 13,75 euro della Valle d’Aosta a circa la metà (7,81 euro) della Basilicata. Più in generale si ha maggior richiesta di probiotici nel Nord Ovest e nel Centro, meno nelle Isole.
In conclusione
La classe terapeutica probiotici è scientificamente ed economicamente interessante. Per il futuro, poi, si prospetta un ulteriore sviluppo non soltanto in Italia, ma in tutto il mondo industrializzato, dove studi sul microbiota sono diffusi e progrediscono. C’è, quindi, un grande potenziale da sviluppare, con competenza e aggiornamento, in risposta alle attese di un paziente attento allo star bene, e sempre più impegnato a star meglio.
(di Barnaba Grigi, Farma Mese n. 7– 2025 ©riproduzione riservata)