Incontriamo il presidente dell’Istituto Ganassini, in occasione del suo importante anniversario.
È l’occasione per ripercorrere, insieme con un amico, il lungo prezioso cammino di un’azienda leader nel settore dermocosmetico. Domenico Ganassini di Camerati parte dalle scoperte del nonno e dalla fondazione del suo Istituto per arrivare ai giorni nostri e per delineare, poi, i programmi e le prospettive future.
Ci sono interviste che al giornalista piace fare, vuoi perché l’argomento è interessante o perché c’è una storia bella da raccontare, oppure perché la persona da intervistare piace ed è stimata. Eccone un esempio. Incontriamo Domenico Ganassini di Camerati, presidente dell’omonimo Istituto che quest’anno festeggia l’importante traguardo dei 90 anni (è stato fondato nel 1935 dal nonno Domenico, che per primo sintetizzò la vitamina B), e qui i motivi che rendono gradevole l’incontro aumentano e si accomunano. C’è l’occasione, infatti, per proporre un ricco e interessante excursus storico, per valorizzare l’impegno di un’azienda da sempre vicina della farmacia e, infine, per brindare con un amico al prezioso cammino percorso.
■ È un nome “pesante” da portare il suo, perché richiama il nonno, un personaggio determinante per la sua azienda e la sua famiglia. Quanto le pesa?
Non parlerei di peso, quanto piuttosto di senso di emulazione, che da sempre spinge me e la mia famiglia, da una generazione all’altra, a cercare di migliorare. Un impegno e un compito non certo facile. Gli studi accademici di mio nonno, il professor Domenico Ganassini, hanno, infatti, contribuito a rivoluzionare la storia della medicina già dal secolo scorso. In particolare, le sue ricerche sulle vitamine, e specificamente quelle del gruppo B, hanno contribuito allo sviluppo della scienza bromatologica ed è così che i suoi figli l’hanno poi aiutato a razionalizzare e a mettere in pratica questi suoi studi, fondando con lui l’Istituto Ganassini, portato ora avanti dai suoi nipoti e pronipoti.

■ Un’azienda che quest’anno raggiunge un bel traguardo, compiendo i 90 anni. Vogliamo ricordarne in sintesi la storia?
L’Istituto Ganassini nasce nel 1935, sulla base delle ricerche scientifiche fatte dal fondatore, il professor Domenico Ganassini, docente all’Università di Pavia, dove nel 1920 conduce il primo studio clinico su pazienti con patologie legate a carenze vitaminiche. Nel 1924 ha un’intuizione geniale: sintetizza le vitamine del gruppo B e dà vita così al “Metodo Ganassini” per determinare la concentrazione delle vitamine B e per descriverne il complesso formato da B1, B2 e B3, la niacinamide, uno degli attivi ancor oggi più utilizzato. Sono scoperte che trovano poi concretezza con la nascita nel 1935 dell’“Istituto di Ricerche Biochimiche Ganassini”, da cui escono le prime preparazioni: “Psiconeurina”, la famosa “PP Vitamina Ganassini”, Faragan, e poi ancora, nel 1972, Rilastil, tutt’oggi marca leader in farmacia, e, nel 1990, Bioclin. Tutti prodotti dove il rigore scientifico tipico dell’industria farmaceutica viene applicato a un dermocosmetico.
■ Ormai l’Istituto Ganassini è proiettato e focalizzato sul comparto dermocosmetico, con prodotti leader di mercato. Può descriverne ora caratteristiche e dimensioni?
Siamo arrivati a essere il primo gruppo italiano dermocosmetico, ma siamo riusciti a farlo mantenendo ben saldi i principi dei nostri padri fondatori. E cioè operando sempre sulla base di una rigorosa ricerca scientifica, caratteristica di un’industria farmaceutica, che permette di ottenere una qualità inconfondibile, indispensabile per formulare prodotti innovativi e risolutivi dei problemi cutanei che si frappongono al benessere delle persone, in modo da favorire una buona qualità di vita. Abbiamo, per esempio, sei laboratori di ricerca, sviluppo e microbiologici, nei quali vengono effettuati migliaia e migliaia di test sulle materie prime (quasi 5.000) e di analisi sui prodotti finiti (oltre 4.000). Nostro impegno è fornire sempre ai farmacisti e ai consumatori prodotti dermocosmetici sicuri e di qualità.
■ Le basi sono sicuramente solide, ma un’azienda non vive di ricordi. Quali allora i programmi e le prospettive future?
Certamente le nostre tradizioni ispirano anche le nostre linee di azione futura: continuare sempre in un processo di innovazione costante, che ci spinge a sperimentare in continuazione nuove tecnologie e a trovare le risposte più adeguate alle esigenze imposte dai più recenti trend. L’evoluzione dell’azienda, quindi, è proiettata all’internazionalizzazione, come dimostra il fatto che già oggi i nostri prodotti vengono distribuiti, attraverso otto filiali, in 90 Paesi di tutto il mondo. D’altra parte, per poterci sviluppare per noi è un obbligo, essendo leader in Italia, puntare sull’estero, che, peraltro, ci sta dando buone soddisfazioni. Per esempio, in America Latina, in Messico e in Medio Oriente i risultati sono soddisfacenti, come pure ovviamente in tutt’Europa, dove i nostri trattamenti cosmetici sono ormai ben presenti, per esempio in Spagna, Portogallo e anche nei Balcani. Lo sono anche in Russia, a parte ora le attuali difficoltà di cui tutti siamo a conoscenza. Siamo presenti, poi, anche in Cina, con una filiale a Shanghai, ma qui il mercato è assai ostico, perché complicato, mutevole, direi addirittura sfuggevole, anche per gli aiuti di Stato ai prodotti nazionali e alle frequenti azioni di dumping. Comunque sia, l’internazionalizzazione rimane il nostro impegno e obiettivo futuro.
■ L’Istituto Ganassini è anche impegnato sul piano sociale, ambientale e della sostenibilità. Ce ne vuole parlare?
Fin dalla sua fondazione, l’Istituto Ganassini è impegnato a sostenere le comunità locali sparse per il mondo, soprattutto nei territori più in difficoltà, supportando onlus ed enti no profit, che dopo essere stati scelti con cura, è come se facessero parte della famiglia, perché vengono seguiti giorno per giorno con cura, ascoltando le specifiche esigenze di ognuna. Il supporto, quindi, non si esaurisce nella singola donazione, ma si struttura in un rapporto di comunicazione reciproca, che si sviluppa negli anni. L’aiuto all’Ospedale dei bambini Vittore Buzzi, per esempio, dura da molto tempo: a marzo 2025 abbiamo donato un ecografo di ultima generazione, prezioso per il reparto di ginecologia e ostetricia, per la diagnosi precoce delle patologie fetali. Un’altra associazione che ci sta a cuore è Art4Sport, onlus fondata dai genitori di Bebe Vio, con cui a giugno abbiamo partecipato ai Giochi senza barriere. Un’esperienza che ci ha fatto toccare con mano il coraggio di andare avanti nonostante tutto.
Oltre a varie iniziative sul territorio nazionale supportiamo anche iniziative benefiche a livello internazionale. Per esempio “Suor Michela” missionaria in Costa d’Avorio, che da 50 anni è in prima linea nell’assistenza dei bambini portatori di handicaps. O “Guri I Zi”, impresa sociale impegnata in Albania del Nord, che assume donne in condizioni svantaggiate con l’obiettivo di renderle autonome, insegnando loro un lavoro.
La nostra collaborazione con “Una goccia per il mondo Onlus”, che opera in Cambogia, ha permesso di costruire una scuola che aiuta i ragazzi a imparare un mestiere, che consenta loro uno stile di vita dignitoso. Così come abbiamo costruito, con gli “Amici di Gulu Onlus” nel nord dell’Uganda, un’altra scuola, con dormitori e vari pozzi per i bambini.
Tutte queste attività hanno portato l’Istituto Ganassini a redigere nel 2015 il primo “Bilancio sociale”, per dare rendiconto delle varie iniziative, che non si limitano al supporto a enti no profit, ma si estendono anche al benessere dei lavoratori. Molti al riguardo i benefit a favore dei nostri dipendenti: la mensa interna gratuita per tutti, agevolazioni sugli abbonamenti ai mezzi, scontistica per l’acquisto di prodotti, iniziative culturali, formazione continua, e così via. Insomma, continuiamo a migliorarci sul fronte sia sociale, sia ambientale. Dal 2022 il nostro Bilancio di sostenibilità viene redatto secondo gli standard internazionali (Global reporting index), il che permette di garantire trasparenza e comparabilità per tutti i nostri stakeholder. Dal 2023 poi esso viene sottoposto a revisione da ente terzo indipendente, che certifica la correttezza dei dati comunicati.
■ Come sono i suoi rapporti con la farmacia? In particolare, quali strategie ritiene dovrebbero adottare i farmacisti per valorizzare il loro reparto dermocosmetico?
La nostra partnership con la farmacia è ormai diventata quasi secolare e si fonda sul presupposto che tutte le opportunità le individuiamo insieme ai farmacisti. I quali, peraltro, contraccambiano, garantendoci fiducia: i nostri prodotti sono pressoché presenti in tutte le farmacie tramite grossista, e oltre un 40% delle farmacie italiane mantiene con l’Istituto Ganassini rapporti diretti. Siamo convinti, inoltre, che il farmacista svolga un ruolo fondamentale come fattore di sviluppo nella ricerca di nuove soluzioni, che poi permettono di raggiungere i progressi necessari.
Quanto alle strategie per valorizzare il reparto dermocosmetico, noto con piacere che i farmacisti sempre più lo valorizzano attraverso la selezione dei marchi, individuati tra quelli caratterizzati da maggior scientificità, ricerca e rigore. D’altra parte, per essere competitivo e valorizzare il consenso il farmacista deve sviluppare il consiglio, e questo implica l’aggiornamento continuo sui problemi cutanei e sulle caratteristiche degli ingredienti, sulla selezione dei prodotti e sul costante sviluppo delle conoscenze. Proprio per questo organizziamo molti corsi, sia in presenza, sia Fad -all’insegna del nostro slogan “No test no claim”- per favorire la loro formazione, e per spingere alla serietà come base per una corretta selezione dei marchi. Anche i progetti speciali che portiamo avanti hanno la formazione del farmacista come obiettivo, e siamo convinti, con lo sviluppo della fFarmacia dei servizi”, di poter sempre più contribuire all’aggiornamento e alla specializzazione in campo dermocosmetico.
■ Questa era ed è un’azienda familiare, giunta ormai alla quarta generazione. Problemi?
Io ho 78 anni e tutti i giorni sono al lavoro, come i miei quattro figli (Anna Maria, Giuseppe, Vittoria e Benedetta) e -spero- come faranno i miei nipoti, come Allegra, che ha appena compiuto 18 anni e ora vuol fare medicina all’università. I miei figli, infatti, lavorano tutti in azienda, con compiti diversi, ma sempre in piena armonia e condivisione. No, non vedo problemi di successione generazionale: così come spesso avviene in molte farmacie, anche noi siamo una tipica azienda familiare nella quale regna l’armonia.
(di Lorenzo Verlato, Farma Mese n. 7– 2025 ©riproduzione riservata)