Lo scoramento di chi, dopo l’arrivo delle catene, riteneva che vendere fosse una necessità, oltre che una bella opportunità. E così si è imbarcato in una trattativa che riteneva la più facile, cadendo in un equivoco rivelatosi, poi, pericoloso. Quindi, niente entusiasmi, ma serie considerazioni.
“Buongiorno dottor Oberti… ciao Matteo. Non mi ricordo più: ci davamo del tu, vero?”.
“Sì, sì esatto Alberto, come stai?”.
“Eh bene, bene, sì, ma non benissimo, lo sai che abbiamo venduto, vero?”.
“Sì sì lo so Alberto, mi è giunta voce. Come è andata, sei felice, ricco e contento?”.
“Veramente mica tanto -nessuna delle tre, a dire il vero- ci siamo lasciati “abbindolare” da un ex collega, ex titolare di farmacia che adesso fa il tuo lavoro, rastrella farmacie dei colleghi per presentarle al fondo a cui ha venduto anche lui”.
“Ho presente, lo conosco benissimo”.
“Ecco bene, allora hai già capito tutto”.
“Ma veramente Alberto, che intendi?”.
“Pensa Matteo, mi si presenta e mi dice: quanto vuoi, spara una cifra e io te la faccio prendere, chiamo Milano e ti fanno subito il bonifico”.
“Caspita, che meraviglia, ed è stato veramente così?”
“Magari. Alla fine, e sottolineo alla fine, ossia 12 mesi -hai capito bene: un anno- dopo l’atto notarile, mi hanno fatto il saldo e in più hanno preteso lo sconto, per cavilli del contratto. Ma tu hai già capito tutto”.
“Ma veramente Alberto, che cosa intendi?”.
“Che ti illudono di darti i soldi e poi, invece, se non stai attento ti fregano. A me è la prima e unica volta che capita, ma quel “bellimbusto” (in realtà non mi ha detto proprio così, riferendosi all’ex collega, ma non posso scrivere la parolaccia che mi ha detto) sta zitto e non dice nulla, e non ti avverte, né ti avvisa dell’inganno nascosto tra le righe del contratto. Ma tu hai già capito tutto”.
“Va beh Alberto, ormai è fatta e adesso, come posso aiutarti?”.
“Allora ti ho chiamato perché volevo dirti che questa cosa dei fondi e delle catene a me proprio non va giù. Ma tu hai già capito tutto”.
“Veramente no, inutile che ripeti che ho capito tutto. Spiegati meglio: innanzitutto dimmi il motivo della tua telefonata, perché non eri obbligato a vendere alle catene e potevi chiamarmi prima di vendere, anziché un anno dopo. E poi ci sono sul mercato un sacco di tuoi ex colleghi che comprano e si creano le loro piccole catene, super performanti e reddituali. Se proprio volevi vendere, avresti potuto cercare un collega, e non rivolgerti a una catena”.
“Eh, lo so, facile dopo un anno, però Matteo ascolta. Ho pensato che, dopo l’approvazione della Legge sulla concorrenza e l’arrivo delle catene nel nostro settore, prima o poi avrei dovuto vendere, obbligatoriamente, per forza! Perché noi titolari prima eravamo come tranquilli pesci rossi in un bell’acquario, con un padrone che ci rifocillava abbondantemente tutti i santi giorni. Hai presente il mangime nel flacone che si dà a piccole dosi? Ecco, immagina un padrone dell’acquario che tutti i giorni, anziché poche briciole, versa tutto il barattolo e noi tutti pesciolini -chi più grande, chi meno- con la pancia piena pensavamo di essere degli “squali”, ma eravamo solo dei tranquilli pesci rossi. Adesso, con la nuova Legge, è come se qualcuno avesse rovesciato quell’acquario in mare, ma che dico mare, nell’oceano, e qui gli squali ci sono per davvero e sono anche belli grossi”.
“Alberto, trovo simpatica e anche molto appropriata la tua similitudine. Posso usarla nel prossimo articolo?”
“Ma sì Matteo con piacere, intanto tu hai già capito tutto”.
“E dagli! Ma no Alberto, cosa dovrei aver capito? Secondo me, però, la libera concorrenza (oceano, per capirci) è un’altra cosa. Nel nostro mondo vi è ancora monopolio e Pianta organica”.
“Son forti, questi, sono forti, ricchi e potenti, altro che squali, son balene”.
“Anche tu sei forte Alberto, ti sfoghi con me, quando in realtà:
- non ti ho chiamato io per farti vendere la farmacia a una catena e nemmeno tu mi hai chiamato e scelto come broker
- seppur interessato a vendere, non eri obbligato a farlo e, soprattutto, a scegliere come interlocutore un ex collega, anziché un professionista
- potevi vendere a un farmacista anziché a una catena
- e, infine, avendo scelto la vendita a una catena, almeno potevi sentire un paio di offerte diverse, anziché fidarti del primo arrivato.
Ma so il perché della tua scelta”.
“Hai ragione scusa Matteo, ma son proprio giù di morale, hai ragione, ma, come ripeto sempre, tu hai già capito tutto. Ho scelto la catena perché pensavo che sarebbero stati più veloci di un privato e, invece, tra due diligence e richiesta di documenti (peraltro assurdi, sapessi la quantità di file e documenti che il mio commercialista ha dovuto mandargli), ci hanno messo mesi e mesi. A proposito, mi hanno anche chiesto di comunicargli la velocità di download e upload della mia fibra telefonica! Ho scelto la catena perché pensavo che sarebbero stati più attenti alla riservatezza, più silenziosi, più delicati di un privato e, invece, anche da questo punto di vista è stato un disastro. Con i loro referenti, consulenti o tecnici che prima dell’atto entravano in farmacia (i miei dipendenti non sapevano ancora nulla) come se fossero già i padroni. Ho scelto la catena perché pensavo che sarebbero stati più concreti del privato, e non è vero, per via della solidità finanziaria: un farmacista deve chiedere un mutuo/finanziamento e non è sempre detto che arrivi. Ma tu hai già capito tutto. Ho scelto la catena, ma mi sono sbagliato!”
“Dai Alberto, non ti abbattere”.
“Ecco Matteo, finalmente mi è venuto in mente perché ti ho telefonato, perché sono pentito e voglio che tu scriva un articolo sulla mia storia, perché tutti devono sapere che non è tutto oro quello che luccica”.
“Va bene, Alberto, quella dei pesci rossi, dell’acquario e degli squali è una metafora simpatica, questa dell’oro, invece, è un po’ troppo vecchia”.
“Fai quello che vuoi Matteo, l’importante che racconti la mia storia, quella del farmacista Alberto, quella dell’ex titolare Alberto, quel del pentito Alberto”.
Vi assicuro che al telefono, al pronunciare di quest’ultima frase, nella voce flebile e tremante di Alberto c’era sincera commozione.
(di Matteo Oberti, Farma-Trade srl, Farma Mese N. 6-2025 ©riproduzione riservata)